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Introduzione

L'obiettivo del viaggio Yoga è quello di andare alla ricerca si sé stessi, del proprio equilibrio.
L’India ci serve per tirare fuori quelle cose che normalmente occultiamo a noi stessi.

Le caratteristiche di un viaggio yoga possono essere riassunte nei seguenti punti:

  1. Non ci sono né fanatismi, né scimmiottamento della cultura indiana.
    La nostra cultura occidentale è molto lontana da quella indiana. Cercare di “fare gli indiani” durante il viaggio, o addirittura dopo il viaggio, quando si torna in Italia, è qualcosa di inutile e spesso dannoso.
    La cultura indiana è affascinante e ricchissima, ma volersi fare assorbire in qualcosa che è così distante e poco conosciuto da noi stessi è, nella migliore delle ipotesi, una perdita di energie e di tempo.

    Questo discorso non vale solo per l’aspetto culturale, ma anche per lo stile di vita di un indiano, che normalmente è più umile e semplice del nostro. Se a noi cominciano a mancare dei buoni sapori durante i pasti, se la toilette o il posto dove dormiamo sono sporchi, se non è disponibile l’acqua calda per lavarci… cominciamo ad accumulare delle tensioni. E, sicuramente queste tensioni non ci servono a nulla, se non a requisire tutte le nostre energie e lasciandoci ben poco a disposizione per scoprire il fascino di quel mondo esterno (l’India) e del nostro mondo interno (il microcosmo).
    Per questo motivo raramente frequentiamo gli ashram, ma alloggiamo in alberghi che siano comodi.

    Ovviamente questo discorso vale per la maggiorparte delle persone, ma non per tutte. C’è sicuramente una piccola percentuale di persone che riescono ad adattarsi con gioia allo stile di vita indiano e solo in questo caso la cosa è positiva. Insomma ci devono essere meno forzature possibili date dal mondo esterno, così da avere il massimo delle nostre energie per affrontare quanto emerge dal nostro mondo interno.

  2. No alla bulimia turistica.
    In tutti i viaggi turistici i programmi sono serrati. Andiamo dall’altra parte del mondo e quando arriviamo a destinazione desideriamo “vedere” il più possibile, desideriamo “mettere la nostra bandierina” su più posti possibile. Una bandierina che dica semplicemente “io ci sono stato”, cosa poi questo posto mi abbia dato, o meglio cosa non mi ha potuto dare, perché non lo ho ascoltato, beh… questo non c’è scritto quasi mai.
    Per questo motivo durante i nostri viaggi non c’è fretta; non ci sono programmi rigidi, non ci sono cose che assolutamente si devono fare. Al contrario ci possono essere cose non programmate che entrano “karmicamente” nel programma. E queste sono spesso le esperienze più interessanti.
    Dicevamo che non c'è fretta, ma aggiungerei anche che c’è il riposo (un paio d’ore di riposo assoluto nel primo pomeriggio) e un mangiare leggero (una colazione e un pasto principale al giorno).
    A questo discorso della bulimia turistica, possiamo associare anche quello della differenza tra il nord, soprattutto quello ai piedi dell’Himalaya e il sud dell’India. Il nord è più facile per una persona che vuol fare un viaggio in India alla ricerca del proprio equilibrio, perché ha meno “distrazioni” di quante ne ha il sud, così ricco di cose da vedere. Così che viaggiare in un posto che suscita meno la nostra curiosità turistica, ci facilita nel non cadere in quella febbre di voler vedere tutto e/o comprare tutto…
  3. Si viaggia in gruppo (eterogeneo), ma si è da soli
    I nostri viaggi sono dei viaggi di gruppo, nei quali i partecipanti sono in genere eterogenei per età, stato sociale, ecc…
    Il gruppo è un ambito che dà maggiore forza, ma è un ambito non invadente.
    In realtà ognuno dei partecipanti è solo con sé stesso nell’esplorazione del suo mondo interno. Ognuno deve fare il suo viaggio da solo…
    Il gruppo rappresenta quindi l’insieme di questi viaggiatori solitari, ognuno con un percorso diverso da fare, ma tutti con la stessa meta.
    Potremmo dire anche che andiamo tutti nella stessa direzione (maggiore equilibrio e maggiore felicità), ma che ognuno ci va per la sua strada.
  4. Il viaggio continua al ritorno.
    Il viaggio in India non finisce quando si rientra in Italia. Anzi è proprio qui che possiamo raccogliere i frutti del viaggio in India. È qui che emergono le comprensioni e i suggerimenti i cui semi sono stati piantati quando eravamo in India.

Qui di seguito sono riportati alcuni link dai quali è possibile vedere delle immagini prese da alcuni dei nostri viaggi in India e Nepal.