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Non c'è altra vita dopo la morte

Testata: La Repubblica
Data: 4 aprile 2009
Pagina: 37
Autore: Corrado Augias
Titolo: «Non c'è altra vita dopo la morte»
 
Apro questa conversazione mettendo subito sul tavolo le mie carte: non credo che siamo stati creati
per volontà di un qualche dio; tanto meno che siamo fatti «a sua immagine e somiglianza», ci sono
giorni in cui mi guardo intorno, vedo o leggo ciò che succede e trovo questa affermazione
(presunzione? supposizione?) come minimo impropria. Se poi penso agli orrori di cui gli uomini,
compresi gli uomini di chiesa, sono stati e sono capaci, mi sembra addirittura blasfema.
Non credo che la nostra vita su questa terra abbia alcun significato trascendente; non credo che ci
sia un´altra vita dopo la morte, sono convinto che con l´ultimo respiro tutto finisca e che ciò che era
polvere torni a essere polvere, o cenere, torni cioè nel grande flusso dell´Essere. Per dirla con l´infelice Antoine Lavoisier (grande mente, finito sotto la ghigliottina): «Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma». Ma in che e come ogni cosa si trasformi mi sarebbe difficile dire qui.
Certo è che quando durante un funerale religioso ascolto le parole del celebrante il quale
rivolgendosi alla povera salma che si sta corrompendo nella bara, afferma: «Tu oggi non sei morto,
tu oggi sei veramente nato a nuova vita», tocco con mano quale poderosa consolazione la religiosità
possa rappresentare. Ciò che il sacerdote sta cercando di dire in quel momento non riguarda la
chimica (come per Lavoisier), ma, appunto, la sopravvivenza dei caratteri essenziali di una persona
(la sua «anima») e poi, in un giorno lontano, la sua fisicità, in una vita trasfigurata ed eterna. Mi
sono chiesto talvolta se tutte le religioni non siano nate proprio dall´esigenza di sfuggire in qualche
modo al terrore della morte, di dare un conforto al dolore. (...) Credo che il bisogno di una corretta
morale sia innato in ogni essere umano quando non venga deviato dalla povertà, dalla malattia, da
una società oppressiva e malvagia. Credo in definitiva, che non sia necessario un qualche dio per
vivere secondo giustizia, in armonia con la natura e con i propri simili.