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Disputa su dio tra un laico e un credente

Testata: La Repubblica
Data: 4 aprile 2009
Pagina: 37
Autore: Franco Volpi
Titolo: «Disputa su dio tra un laico e un credente»
 
«DIO è morto», scrisse un giorno Nietzsche. Dio ebbe pazienza, e un giorno constatò: «Nietzsche è morto». Questa battuta, scritta da una mano anonima sui muri di Parigi nel maggio del Sessantotto, si è rivelata profetica: la storia ha i suoi corsi e ricorsi, i suoi flussi e riflussi. Ma oggi come stanno le cose al riguardo? Dio è morto davvero? O si è solo ritirato, come preferiva dire Léon Bloy? Con Disputa su Dio e dintorni (Mondadori, pagg. 240, euro 18,50), Corrado Augias e Vito Mancuso intavolano un serrato e appassionante confronto su questo problema, incalzandosi con interrogativi a cascata: Dio è una strategia ancora efficace per ridurre la contingenza del mondo? Oppure la sua forza è stata erosa dal disincanto tecnoscientifico e la sua immagine non è più in grado di formare un'identità condivisa? Oggi, inoltre, gli insegnamenti della Chiesa sembrano cozzare, prima ancora che contro il modo di pensare dell'uomo moderno, contro il suo stile di vita e contro i contenuti della sua idea di felicità. Qual è lo spazio della religione in una società paganizzata dal consumismo di massa? Per chi crede, ovviamente, nulla è cambiato: le prove dell'esistenza di Dio abbondano per chi non ne ha bisogno. Ma gli altri? «Fede e ragione non vanno d'accordo nello stesso cervello», osservava già Schopenhauer. «Vi stanno come lupo e pecora nella stessa gabbia, e il sapere è il lupo che minaccia di divorare il suo vicino». Peraltro, il conflitto non è tra ragione e fede, ma tra due fedi. E al razionalista perdoniamo più facilmente la sua ragione che la sua fede. Dunque un aut aut indirimibile? Oppure scienza e religione possono contribuire entrambe a fondare e rafforzare l'Umano, l'una con il sapere, l'altra con la sua funzione simbolica e consolatoria?